La mano stringeva sempre più forte e il sangue del Sovrano tingeva
le candide coperte. Il Regnante diede un ultimo sguardo al mondo fuori
dalla finestra; scorse l’Accademia e la cinta muraria, illuminate dal fuoco.
Lanciò un'occhiata alle stelle che luccicavano come gemme intorno al
diamante più bello: la luna. Chiuse gli occhi e dischiuse lentamente le
labbra esangui, mentre attorno al collo le spire scomparvero e il pugnale fu
estratto dal morto. Un fiotto rosso puntò debolmente verso il soffitto. La
porta si chiuse. Passi rapidi e silenziosi raggiunsero l'uscita della Reggia,
mentre il pugnale lasciava dietro di sé una scia scarlatta. Un nitrito
riecheggiò nelle stalle, un cavallo venne spronato al galoppo mentre i fedeli
e le guardie tentavano invano di rianimare il Re. Le donne si coprirono il
volto solcato dalle lacrime, gli uomini si batterono il petto, la guardia reale
brandì l'arma lucente. Corsero fuori.
I Due Titani © 2009 – 2011, Andrea Curcio tutti i diritti riservati.
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